EXIBART pubblicato giovedì 20 luglio 2017
FINO AL 28.VII.2017
O’TAMA E VINCENZO RAGUSA: UN PONTE TRA TOKYO E PALERMO
PALAZZO SANT’ELIA, PALERMO
di Giuseppina Vara
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Prima sala della mostra |
Pittura e scultura, ricami, tessuti, elementi di arredo prendono voce a Palazzo Sant’Elia per raccontare la storia che sul finire dell’800 ha creato un legame tra l’Europa, la Sicilia, e il paese del Sol Levante. Una storia intima e personale tra due artisti che, attraverso un filo teso tra poli geografici e culturali remoti, ha condizionato profondamente il corso della ricerca e della sperimentazione artistica, dando uno stimolo propulsivo alla diffusione del giapponismo in Italia. La mostra "O’Tama e Vincenzo Ragusa. Un ponte tra Tokyo e Palermo”, curata da M. A. Spadaro, intesse un dialogo tra le opere della pittrice giapponese e quelle dello scultore palermitano, arrivato a Tokyo nel 1876 come insegnante dell’accademia di arti occidentali, appena istituita per ricucire il rapporto tra Oriente e Occidente. L’incontro tra due paesi distanti, veicolato dall’intrecciarsi di tradizioni artistiche estranee, ha dato vita ad un linguaggio pittorico intriso di caratteristiche inedite, la cui decifrabilità è una chiave di lettura della mostra. Il corso dell’esposizione segue la traiettoria tracciata da una parte all’altra del mondo, accompagna il passaggio da iconografie lontane (geishe, fanciulle in kimono, paesaggi eterei, sete dipinte) verso un repertorio prossimo alla tradizione figurativa italiana e locale, ai retaggi iconografici rinascimentali, alla storia di Palermo (dove i due artisti si erano trasferiti), in quegli anni partecipe del discorso artistico europeo legato all’art nouveau.
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Vincenzo Ragusa, Pace, tondo in gesso, diametro cm 30 |
Nel piano nobile si dispiega la storia di una pittrice capace di far proprie modalità espressive occidentali, verismo, soluzioni iperrealistiche, quell’uso impressionista del colore che si mischia alle delicate atmosfere giapponesi, in una sintesi di linguaggi peculiarissima.
In una grande tela, il profilo definito di monte Pellegrino ritagliato tra cielo e mare, immerso in un’atmosfera notturna rarefatta, domina la rappresentazione di Palermo sul finire dell’800: i primi lampioni a illuminare le strade, il riflesso vivido dei passanti sul marciapiede madido, quel fascio di luce che segna una direttrice mediana, una traiettoria luminosa quasi impressionista sul gregge. Tutto è consegnato alla visione nella sua minuzia, attraverso velature impalpabili che lasciano trapelare la potenza luminosa del colore; tutto è affidato ad una soluzione prospettica ardita che rivela la sorprendente padronanza del mezzo.
Il linguaggio di O’Tama, già aperto verso il contemporaneo del suo tempo, è ancora in grado di dialogare con il presente: come innesti in una ricerca che appare inesauribile, quattro opere di artisti contemporanei scortano il percorso della mostra.
La pittura di O’Tama restituisce questa tensione verso la contemporaneità, verso soluzioni inesplorate, verso la possibilità di contaminazione che tuttavia non tradisce mai del tutto le radici pittoriche dell’artista, quel tocco sottile sempre percettibilmente ancorato alla linea, al tipico grafismo sintetico giapponese.
Giuseppina Vara
mostra visitata il 30 giugno
Dal 12 maggio al 28 luglio 2017
O’Tama e Vincenzo Ragusa: un ponte tra Tokyo e Palermo
Palazzo Sant’Elia
via Maqueda, 81 Palermo
Orari: dal martedì al venerdì 09:30-13.00/15.30-18.30; sabato e domenica 10:00-13:00/16:00-19:00
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