Per i bambini i 4 libri di Fiabe di M. A. Spadaro ambientate a Palermo nei vari periodi storici. Ed. Vittorietti // 6 giugno 2017 ore 17.00 Conferenza "Arte al femminile" a Palazzo Petyx via E.Albanese 94 Palermo // "O'Tama e Vincenzo Ragusa. Un ponte tra Tokyo e Palermo" a cura di M. A. Spadaro - Palazzo Sant'Elia - 12 maggio-28 luglio 2017

mercoledì 30 gennaio 2013

Sancte da Culto a Cult

9 febbraio 2013

Sancte da culto a cult
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Sabato 9 febbraio 2013, ore 18.00, presso la Cappella Lo Bianco, via Isidoro La Lumia 77
inaugurazione della mostra di dipinti di Antonio Gregorio Maria Nuccio
 SANCTE DA CULTO A CULT

presentata da Maria Antonietta Spadaro


Se le donne hanno avuto scarsa presenza nella storia, le Sante al contrario popolano in massa il Paradiso: tristemente martiri, ancora e troppo spesso, nel tragico panorama odierno, non tutte però ottengono la gloria eterna ... Comunque le donne beate, della storia della chiesa cattolica,  sono divenute oggetto dei lavori pittorici dell’artista Antonio Gregorio Maria Nuccio, classe 1978, diplomato all’Accademia di Belle Arti di Palermo. Dopo le personali del 2009, 2010 e 2012, egli – privilegiando sempre il tema femminile, pur coniugato tuttavia  in diverse e contrastanti  versioni – ci offre questa volta una carrellata  di donne, che nei secoli sono ascese alla santità, indagando  provocatoriamente  il senso odierno di tali esperienze. Sancte da Culto a Cult è il titolo di questa mostra, forse dissacrante e non priva di humor, che tuttavia  rivela quasi un interesse antropologico nel costruire un tale curioso albo figurato, ricco di ben cento  figure: una sorta di icone attualizzate.
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Niente di lezioso, sdolcinato o eroico, le sue sante sfilano come donne qualsiasi, nostre antenate  che hanno avuto la s-ventura di scontrarsi con poteri forti e arroganti, a cui si sono opposte con determinazione  e coraggio, sopportando spesso terribili, inaudite violenze fisiche.
La pittura di Nuccio, basata sulla tecnica dell’olio su tela, è asciuta e sintetica, caratterizzata  da vivaci  colori, forti e decisi, privi di mezze tinte. La costruzione frontale dei corpi, diversamente  abbigliati, accomunati  solo dai grandi occhi con le pupille rivolte al cielo, ricorda a tratti modi messicani. Non mancano gli attributi delle sante, tramandati dall’iconografica tradizionale,  a volte uniti a fantasiose trovate,  come gli “occhiali” di Santa Lucia.
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Discendente, per parte di madre, dagli artisti palermitani Giuseppe e Luigi Di Giovanni, operanti tra 800 e 900, nel solco della consolidata tradizione del naturalismo tipico del sec. XIX, Nuccio non si lascia tentare da nostalgie figurative del passato, esprimendosi invece con un linguaggio personale, volutamente  sopra le righe, connotato da uno stile pseudo-popolare accattivante  e ironico. [M.A.S.]
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